Wednesday, March 19, 2008

Beni immateriali in azione

BENI IMMATERIALI IN AZIONE
sonorità, testimonianze e voci del presente

Nell'ambito della X Settimana della Cultura: una festa per tutti promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali

il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari

Istituto Centrale per la Etnoantropologia
in collaborazione con il

Network per la tutela del patrimonio immateriale

organizza la manifestazione

BENI IMMATERIALI IN AZIONE
sonorità, testimonianze e voci del presente
domenica 30 marzo 2008, dalle 10.00 alle 19.30, a Roma presso il presso il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, in Piazza Marconi 10

In occasione della creazione dell’Istituto Centrale per la Etnoantropologia, il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, diretto da Stefania Massari, in collaborazione con il Network per la Tutela del Patrimonio Immateriale, promuove una giornata - nell'ambito della X Settimana della Cultura: una festa per tutti promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - dedicata al confronto con portatori di tradizione, artigiani, musicisti, associazioni e rappresentanti di comunità locali di varie regioni italiane, che offriranno al pubblico il loro contributo volontario e gratuito per testimoniare il valore e l'importanza del patrimonio immateriale.

Sarà dato ampio spazio alle testimonianze di quanti vivono e operano all’interno delle comunità e sono impegnati direttamente nel mantenimento e nel rinnovamento della tradizione.

Un incontro all’insegna del diritto di parola, di canto, di suono e di danza. Un invito aperto a chiunque abbia a cuore il futuro di una parte importante dell'identità culturale del nostro Paese, per discutere dei problemi relativi alla salvaguardia dei beni immateriali.

Un evento unico dove sarà possibile ascoltare, negli spazi museali, il suono di arpe popolari, zampogne, ciaramelle, tamburelli, organetti, strumenti musicali effimeri e chitarre battenti.

Lungo l'arco della giornata, inoltre, sarà presentato la Fujara, strumento tipico della Repubblica Slovacca inserito nella Lista UNESCO dei capolavori del patrimonio immateriale.

Un ringraziamento particolare all'Ambasciata della Repubblica Slovacca e all'Istituto Slovacco di Roma.


Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari
Piazza Marconi 8 – Roma (EUR)
Trasporti: 30 Express, 170, 714, 791, Metro B fermata Eur Fermi
info: edesimoni@beniculturali.it



Partecipanti

REPUBBLICA SLOVACCA
Drahomir Dalos (Fujara)

BASILICATA

Luigi Milano (Arpa popolare lucana)
Lucia Corbo
Rocco De Rosa
Giuliana De Donno (Arpa popolare lucana)
Massimo Monti (Liuteria - arpe popolari)

Associazione Ethnos
Graziano Accinni, Franco Accinni

Associazione Gli Amarimai
Giovanni Romagnano, Idelma Brunone, Antonio Conte, Selio Cantiani, Giovanni Darago, Barbara Lombardi
Dalila Lombardi, Manuel Lombardi, Barbara Paoliello, Mara Petrocelli, Egidio Tucci
Associazione Gruppo Suoni
Leonardo e Francesca Riccardi

Associazione per il turismo sostenibile Hobo Sapiens

Associazione Totarella
Pino Salamone, Pino Altieri, Antonio Arvia, Paolo Napoli, Saverio Marino
Domenico Miraglia

Rappresentanti della comunità albanese del Pollino

CALABRIA

Massimo Cusato, Massimo Diana

Demetrio Bruno e i suonatori di Cataforio

CAMPANIA

Luca De Simone, Gennaro De Simone, Anastasia Cecere, Sara Tarantino

LAZIO

Le Donne di Giulianello
Viviana Colandrea, Virginia Giordani, Auria Marchetti, Nazarena Maurizi, Morena Pasquali
coordinate da Raffaello Marchetti

Gabriella Aiello

Museo delle Tradizioni Musicali della Campagna Romana
Alessandro Mazziotti
Marco Tomassi, Matteo Assennato, Bianca Giovannini, Riccardo Lucantoni
Marco Cignitti

Associazione La Piazza
Giuseppe Pontuali, Simone Colavecchi, Gabriele Modigliani, Sara Modigliani

Raffaele Mallozzi

Massimo Berretta
Raffaello Simeoni
MOLISE

Circolo della Zampogna di Scapoli
Antonietta Caccia, Guido Iannetta, Andrea Di Fiore, Mauro Gioielli, Lino Miniscalco, Achille Porfirio, Emanuele Rufo, Ivana Rufo, Walter Santoro

PUGLIA

Antonio Piccininno (Cantore di Carpino)

Francesca Chiriatti

Associazione Culturale Carpino Folk Festival
Luciano Castelluccia, Antonio Basile, Michele Ortore, Alessandro Sinigagliese

Associazione Pizzicata
Carlo Trono

SICILIA
Pietro Cernuto, Francesco Salvadore

TOSCANA

Archivio video della Commedia dell’Arte
Enzo Aronica, Luciano Brogi

UMBRIA

Suonidumbra
Barbara Bucci, Marco Baccarelli, Lorenzo Salvatori, Franz Albert Mayer

Interverranno inoltre

I pellegrini abruzzesi al Santuario del Divino Amore di Roma

Organizzazione
Emilia De Simoni
(Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari)

Barbara Terenzi, Giuseppe Torre
(Network per la Tutela del Patrimonio Immateriale)

Assistenza tecnica
Stefano Sestili, Simonetta Rosati

Assistenza logistica e organizzativa
Luana Spilinga

Uffici stampa
Antonio Basile - A.C. Carpino Folk Festival
info@carpinofolkfestival.com
Giulia Pigliucci, Sabrina Regno – Associazione di’Dee
mailto:di’Deecomunicazione.add@libero.it 06 70 30 94 98

Comunicazione Web

GalloItalica (Saverio Romeo)
Pizzicata ( Carlo Trono )
LucaniArt (Maria Pina Ciancio)
VivereGratis

Riprese audio e video
Pietro Silvestri
Giorgio Tupone
coordinamento: Stefano Sestili

Associazioni sostenitrici
Centro Studi Lucani nel Mondo
Associazione LucaniArt
Associazione Molisani Forche Caudine
Rivista La Perla del Molise
Associazione Musicale abruzzese DisCanto
La Casetta di Cioccolata
Teatro di Nascosto/Hidden Theatre

Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari
Piazza Marconi 8 – Roma (EUR)
Trasporti: 30 Express, 170, 714, 791, Metro B fermata Eur Fermi
info:
edesimoni@beniculturali.it

Wednesday, February 27, 2008

La chitarra battente sul palco di Sanremo



La chitarra battente rappresenta uno dei simboli più nobili, belli e antichi del nostro Paese, come il buon pane, la pasta, il caffè di questo meraviglioso Paese.

"Chitarra battente", "chitarra mandola", "guitare en bateau", "guitare capucine", "guitare toscane-chitarra toscana", "chitarra a volta-wolbgitarre". Molteplici denominazione per un solo strumento, quello a cinque corde che fra il XVIII e il XIX secolo influenzò molta della musica e della danza italiana e che è giunta fino a noi quasi totalmente immutata.

I primi documenti scritti sulla chitarra detta "battente" sono della metà del ‘600.

Questo strumento, tutto italiano, si differenziava dalla chitarra spagnola (quella che comunemente chiamiamo ancora oggi chitarra) per avere i tasti fissi, ottenuti intarsiando delle sbarrette di metallo o avorio sulla tastiera, e perché il suo ponticello era mobile, tenuto in posizione dalla tensione delle corde. Queste caratteristiche fanno pensare che sullo strumento fossero normalmente montate corde di metallo (ottone o acciaio a bassa tempera).

La chitarra battente trae origine quasi sicuramente da quella barocca, tuttavia, col passare dei secoli, la chitarra barocca ha subito molte trasformazioni fino alla sua forma attuale, mentre la chitarra battente, salvo particolari trascurabili, è rimasta per lo più identica. Non a caso, la famiglia dei famosi liutai De Bonis, per la piegatura delle fasce, utilizza ancora oggi delle forme del 1700.

Strumento diffusissimo fino ai primi decenni del nostro secolo, attualmente è presente in Calabria, Cilento, Gargano, Campania, ma è stato relegato ad ambiti musicali sempre più ristretti, per cui i numerosi costruttori hanno quasi smesso di costruire questo antico strumento.

Il suono della chitarra battente è uno dei simboli delle tradizioni musicali italiane, tradizioni che attendono da molto tempo di essere tutelate e protette.

Questa tutela sembra essere ormai a portata di mano grazie alla Convenzione dell'Unesco in materia di patrimonio culturale immateriale. Infatti la convenzione finalmente disciplina un settore sinora scarsamente riconosciuto dal punto di vista giuridico, comunemente definito come “cultura tradizionale”, “folclore” o “cultura popolare”.

In particolare la Convenzione mirerebbe a salvaguardare, promuovere e condurre attività di ricerca sulle forme di espressione culturale tradizionali quali la musica, le leggende, la danza nonché il sapere tradizionale relativo all’ambiente e alle tecniche artigianali, ponendo al centro dell’attenzione l’importanza della trasmissione orale e la pluralità globale delle forme tradizionali di espressione culturale.

Saturday, June 17, 2006

Demologia

La "demologia" o "demopsicologia" (psicologia del popolo), è scienza che studia le manifestazioni, le tradizioni e la cultura di un popolo.

Questa scienza sociale deve molto a Giuseppe Pitré (Palermo 21/12/1841 - 10/04/1916). Studioso del folclore e di tradizioni popolari, oltre che medico, scrisse i primi studi scientifici sulla cultura popolare italiana e curò le prime raccolte di letteratura italiana orale, dando avvio a studi etnografici sul territorio italiano.

Nel 1882 fondò l'Archivio per lo studio delle tradizioni popolari e nel 1894 pubblicò una fondamentale Bibliografia delle tradizioni popolari italiane. Alla sua memoria fu intitolato il Museo Antropologico Etnografico siciliano a Palermo che egli stesso aveva fondato.

Giuseppe Pitrè fu formidabile nel raccogliere e catalogare gli ultimi bagliori del mondo popolare siciliano e non. Prima che radio e televisione pareggiassero o quasi le differenze culturali. Come hanno ben notato gli studiosi di etnoantropologia Giuseppe Pitrè si accostò a quel mondo che non era il suo con sguardo di antropologo e quasi con rispetto di figliolo.

Tutta la ricerca fu eseguita da Giuseppe Pitrè e dai suoi collaboratori secondo i canoni degli studi demologici, cioè traendoli dalla viva realtà, dalla viva voce dei popolani e dei contadini.

Questa sua fatica confluì nei due volumi tra il ‘70 e il ’71 di quella Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, pubblicata in venticinque volumi fra il 1871 e il 1913, comprendente nelle sue sezioni oltre ai canti, d’amore, di protesta, legati alle stagioni e culture, giochi, proverbi, filastrocche, fiabe, feste etc., anche medicina popolare, leggende, il costume nella famiglia, nella casa, nella vita del popolo siciliano, le pratiche tradizionali dell'agricoltura, le usanze religiose o superstiziose, tutte le manifestazioni della cultura orale siciliana e i racconti dei cantastorie.

Ma ci fu un limite nella selezione delle varie tradizioni, furono scartate quelle sconce, quelle sguaiate, quelle erotiche che pur erano un filone importante e fiorente nel panorama di tutte le tradizioni.

Da ricordare anche le belle pagine dedicate alle storie dì Giufà (personaggio da lui inventato) e alle feste popolari siciliane, di cui piene di poesia sono quelle del Natale e dei Morti.

Alcune opere

Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane;
Fiabe, novelle e racconti popolari sicilani
Grammatica Siciliana
Le storie di Giufà

Friday, June 16, 2006

Etnomusicologia

Tratto da: http://etnolab.lett.unitn.it/ricerca_etnomusicologica.htm

"Di solito si pensa alla ricerca sulla musica tradizionale come ad una sorta di archeologia-musicale che avrebbe l'obbiettivo di sancire e/o mummificare su pentagramma o su disco i 'veri', gli 'originali', i 'genuini' canti di un popolo: un equivoco assai frequente anche nella letteratura non specialistica....

La ricerca etnomusicologica, invece, non si propone in nessun caso di attribuire attestati di autenticità alle manifestazioni musicali studiate, tutt'altro!

Senza entrare approfondire la questione basterà dire che secondo le più recenti tendenze l'etnomusicologia si può definire come «lo studio dell'uomo nel suo fare musica». Il che vuol dire che gli etnomusicologi sono interessati ai suoni prodotti dagli uomini, ai processi e ai contesti esecutivi attraverso cui ed in cui la musica viene immaginata, discussa e prodotta, nonché allo studio delle strutture musicali in sé.

La ricerca etnomusicologia riguarda tutte le culture musicali del mondo - compresa quindi la musica classica occidentale - ed uno dei suoi scopi principali è quello di capire i significati della musica per un particolare gruppo umano.

Per una introduzione agli obbiettivi ed ai metodi dell'etnomusicologia vedi:
F. Giannattasio, Il concetto di musica, Bulzoni, Roma, 1999
Ethnomusicology (sub voce) in The new Grove Dictionary of Music and Musicians, London Macmillian, 2001."